Dilatato Corde 1:2
July - December, 2011
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 PARLARE DELL’AMORE DI DIO A PIÙ DI 1000 SUFI

Credo che ‘parlare dell’amore di Dio a più di 1000 sufi’ non sia un’esperienza comune per un cristiano, e tanto meno quando uno è un prete. Questo è quanto mi capitò nei giorni 21-23 Settembre, 2011.

L’invito venne dallo sheikh Hussein, capo di una confraternita sufi (tariqa in arabo) locale che ha la sua base in un villaggio dell’Alto Egitto, chiamato Busayliyya, a nord di Edfu, città della regione famosa per il suo tempio faraonico ancora quasi intatto. L’occasione fu la commemorazione del fondatore di tale confraternita lo sheikh al-Bayyumi (m. 1938), dal quale essa prende il nome di al-Bayyumiyya. Tali festività sono frequenti nei santuari sufi, dove riposano i resti di ‘santi’ musulmani, venerati dal popolo (soprattutto nelle campagne), pratica molte volte osteggiata da molti legalisti dottori dell’Islam, e soprattutto da molti movimenti del così detto Islam politico, attaccati ad una lettura letteralistica dei testi religiosi di base.

Alla base c’era evidentemente tutto il lavoro che ho fatto in questi anni di studi e pubblicazioni sul sufismo, soprattutto con l’antologia di testi sufi dal titolo ‘Manifestazioni spirituali dell’Islam’, che ha avuto e continua avere un grande successo a tutti i livelli. Questa antologia è stata composta insieme col mio studente e collega (ora che ha ottenuto il dottorato in sufismo) Ahmed Hasan Anwar. Per mezzo suo si sono aperte moltissime porte di incontri, convegni e dialoghi con un gran numero di musulmani. Con i miei lavori di pubblicazione infatti posso dire che una certa rinomanza come studioso serio del sufismo islamico l’ho acquistata in molti ambienti musulmani.

Invitati quindi a questo convegno o festival sufi di Busayliyya abbiamo preso parte alle loro celebrazioni con una larga partecipazione della popolazione locale e non, dato che tutte le confraternite dell’Alto Egitto erano state invitate. Si calcola che nella grande serata, la sera del Giovedì 22 Settembre, ci fossero nella piazza centrale e annessi circa 2000 persone, più o meno. In ogni caso più di 1000 di sicuro. La celebrazione continuò tutta la notte, dalle 11.00 della sera alle 4.00 del mattino. Un famoso cantore locale, Amin al-Dishnawi, continuò a cantare a piena voce per tutte le cinque ore, mentre la gente attorno compiva le danze tipiche dei sufi, con movimenti in crescendo che portano ad un certo stato di trance, che viene interpretato come estasi, cioè incontro con Dio.  

Ci avevano chiesto di parlare del sufismo all’inizio della cerimonia per poter chiarire a quella gente semplice, che vive il sufismo a livello più che altro emotivo, il vero senso del sufismo islamico, in modo da controbattere le accuse che vengono gettate contro di esso dagli ambienti giuridico-legalisti, che si basano su di una lettura ‘letteralista’ dei testi sacri dell’Islam.

Nel mio intervento ho sottolineato alcuni aspetti importanti del sufismo o mistica islamica. Il primo è il primato della spiritualità sulla ritualità. Non basta compiere cerimonie esteriori senza una profonda e seria conversione del cuore. Questo è un tema di base del sufismo, come pure di ogni spiritualità seria. E su questo punto ci sono dei testi sufi molto importanti che occorre conoscere per aiutare la gente ad orientarsi nel cammino spirituale. Poi ho sottolineato il tema dell’amore per Dio e di Dio, amore aperto a tutta l’umanità, anzi a tutto il cosmo, mostrando sempre attraverso una serie di testi sufi come per i più grandi sufi tale amore deve essere considerato come l’apice della vita spirituale. Anche qui evidentemente occorre una seria conoscenza della letteratura sufi per poter essere convincenti. Questo tema deve aver toccato il cuore di tale ‘popolare’ udienza; molte delle reazioni che ho sentito dopo, cominciando da quella dello sheikh Hussein, hanno messo in luce come questo tema li ha particolarmente interessati.

Il mio studente-collega Ahmed ha chiarificato nel suo intervento alcune questioni concernenti l’origine del sufismo, il senso del nome ‘sufi’, e la sua posizione nella tradizione islamica. Il tutto per concludere che, contrario a quello che si sente dire in alcuni ambienti islamici e non, il sufismo non è un movimento marginale nella storia del mondo islamico, ma ne fa parte integrante. Eliminare il sufismo significa privare la storia islamica di molte delle sue più importanti manifestazioni nel campo della letteratura, dell’arte e della poesia. I sufi sono stati una fonte continua di ispirazione di arte e di pensiero in tutti i campi. Per di più le confraternite sufi hanno svolto un grande lavoro educativo all’interno della comunità islamica a tutti i livelli. Tra i sufi sono comparsi grandi ‘educatori’ in umanità e religione, come pure grandi pensatori, come Ibn ‘Arabi (m. 1240), detto ‘il Grande Maestro Sufi’, uno degli autori più letti a livello planetario.

La sorpresa finale di tale incontro avenne ad Asswan. Passeggiando per il mercato (suq) dietro la nostra chiesa, fummo fermati da un uomo che portava in braccio un bambino, tenendo un altro per mano. All’inizio credavamo fosse uno dei soliti accattoni. Invece si presentò ringraziandoci per le parole dette nel convegno sufi, cui aveva partecipato; infine si rivelò come l’imam della moschea che è al centro del mercato e non lontano dalla nostra Chiesa di Asswan. Ci invitò a visitarlo il giorno dopo; cosa che facemmo. Egli mi pose a sedere sulla ‘cattedrà dei predicatori, e passammo un paio di ore parlando dell’importanza del sufismo, della vita spirituale e dell’amore, ecc.

È chiaro che non sono così ingenuo da pensare che basta una conferenza per cambiare il cuore e il comportamento di tanta gente. Ma credo sia positivo il fatto che abbiano accettato questo messaggio da un cristiano e per di più prete, e che alla fine è rimasto il desiderio e l’impegno per altri incontri simili. La spiritualità è un punto di dialogo importante tra religioni, e con l’Islam in particolare; questa è la mia profonda convinzione.

Lo Spirito soffia dove vuole... e credo sia meglio lasciarlo soffiare... noi siamo strumenti della sua azione... e preghiamo che esso penetri all’interno di tutti e faccia lievitare in tutti la vita del Regno di Dio, una vita basata sul comandamento: Ama Dio, e ama il tuo prossimo.

In shà Allah

 
 
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